domenica 22 novembre 2009

(prima versione)



Ecco! Ho fatto il disegno della nostra protagonista, Merion!
Sto realizzando, man mano, alcuni disegni sul primo capitolo ''L'inizio. I guerrieri del re''.



(seconda versione)






Spero siano di vostro gradimento.



Violet.

sabato 29 agosto 2009

L'inizio. I guerrieri del re

E così...inizio ora a raccontare la storia.

Faceva freddo. Merion decise di andare a rifugiarsi dentro una capanna, dalla quale però continuava a cadere qualche fiocco di neve. Oramai era inverno fitto, pieno dicembre, e lei pensava che dopo aver voluto cambiare vita e scappare da tutto ciò che le apparteneva, fosse stato un errore. Aveva paura. Paura di non farcela. Di non poter più riniziare una nuova vita.
Si adagiò a terra, sopra la paglia che invano riscaldava il suo corpo esile.
Lì sdraiata e sofferente, quasi non sembrava lei la principessa del regno d'Inghilterra destinata alla corona, se solo avesse voluto.
Con un vestito lungo e morbido cercava di farsi calore, per poter superare quella notte, e vedere cosa le avrebbe riservato il domani.

Un filo di luce entrò da una fessura della capanna gelida, che riscaldava e leniva il viso di Merion, mentre fuori si udirono voci, zoccoli di cavalli, in lontananza, che piano piano si avvicinavano.
Presa dalla forte agitazione balzò in piedi; prese la sua roba, un sacchetto dove teneva il minimo indispensabile, e guardò dai buchi del suo rifugio cosa stava accadendo all'esterno. Una decina di soldati a cavallo, un generale e un altro di sua conoscenza al confine di Strasburgo; le guardie del re di Francia erano andate a cercarla, si, la principessa.

Merion era agitata, ormai erano lì, l'avrebbero presa e riportata nel suo regno. Ma la sua fuga durata 13 settimane così sarebbe valsa a niente?
Le sue gambe tremavano, le guardie erano lì, i soldati gridavano. ''C'è una capanna!'' ''Controllate!''
Il rumore forte nelle orecchie degli zoccoli dei cavalli che battevano per terra si faceva sempre più forte. Dagli occhi senza rendersene conto volavano via tante limpide lacrime; sentiva solo frastuoni, non capiva più nulla, cosa accadeva o dove fosse. Rimase con le orecchie tappate dalle mani inginocchiata ad un lato della capanna, non riusciva ad aprire gli occhi.
''E' lei, signore!''
Ancora immobile e senza nessuna forza per ribellarsi, sentì la voce del traditore generale di Enrico, suo padre, che la prendeva in braccio e si dirigeva verso il cavallo.
''Lady, lady...quante volte le abbiamo detto che non deve scappare...rende le cose sempre più difficili così!''
Il generale Boulier è sempre stato ben visto dalla sua famiglia; era divenuto dopo tanti sotterfugi e inganni il consigliere personale del re, al quale per anni ha sempre tentato di portar via la corona per impadronirsene lui. Ma lei sapeva come era, nonostante il padre non fosse d'accordo con la sua opinione. Non le credeva. Ora il suo scopo era solo portare a casa sana e salva Merion, ottenere la totale fiducia da parte del padre, per poi togliere di mezzo lei e il re una volta per tutte.
La piccola non riusciva ancora ad aprire gli occhi; aveva troppa paura di ritornare a quella cruda realtà, a quel terribile destino che le spettava.
''Le consiglio di non ribellarsi cara perchè sennò sarò costretto ad ucciderla davvero, e prima di tornare''.
Si mise a cavallo, e diede Merion in braccio ad un altro soldato, che coperto da un elmo si pose subito fronte a lui volontario per prenderla.
''Trattala bene, posala a cavallo e andiamo via da qui che sta nevicando troppo''.
Merion, ancora con gli occhi chiusi, sentì all'improvviso un forte calore, una piacevole sensazione, e, senza pensare ad altro o a quello che al ritorno le sarebbe capitato, si lasciò andare adagiata sulle braccia di quel soldato, in un leggero sonno.
Tanto ormai, era andata così. Tredici settimane all'insegna di una nuova vita, quando invece quella vecchia non era ancora finita, o quasi. Sarebbe finita presto, ma non ci sarebbe stata nessuna nuova vita.
Nessun lieto fine.

''Ehi che ne dite poi di fermarci in qualche casa del villaggio e prendere qualche donna e cibo? Bella idea eh?''.
Tra risate e il rumore dei cavalli in cammino, Merion cominciava a sentire tutto quanto più lontano, come se piano piano si stesse allontanando da tutti, quando all'improvviso nel suo orecchio una voce le sussurra ''Non farti sentire. Fai finta di dormire.''

Successe tutto molto velocemente: Il nitrito forte del cavallo, urla e grida accompagnate da frastuoni di tanti cavalli che correvano velocemente verso di lei, lei stretta stretta a quel soldato che la teneva salda a lui per non farla cadere, quella forte velocità che quasi sembrava ci fosse un terremoto.
''Correte, prendetelo! Sta fuggendo con la principessa!''
''Ma che fa! E' un nostro soldato!''
''Non è un nostro soldato, è un impostore! PRENDETELO SUBITO, CORRETE HO DETTO, CORRETE!''

Merion stretta stretta a quello strano soldato che con cura la teneva salda a lui, si sentiva sempre più tranquilla, soprattutto quando le urla dei ''cattivi'' si facevano sempre più lontane. Già. Lui correva come un fulmine.
Dopo essere stati sicuri di averli seminati, il guerriero cominciò a rallentare...Merion sentiva la luce del sole battere sul suo viso, che scaldava quella fredda mattina; sentiva il profumo dei fiori che c'erano nel loro cammino, quando prendendo qualche forza, riuscì ad aprire gli occhi.
Non riuscì a vederlo bene, un cavaliere, le sembrò, con un elmo che faceva da specchio al sole, con dei capelli mori né mossi né lisci, ma c'era ancora troppa luce per vederlo bene, da quella posizione.
''Come si sente? Spero di non averle fatto prendere troppo spavento''
Riconobbe subito che quella voce era la stessa che le disse tranquillamente di continuare a dormire.
''No no, nessuno spavento.''
Non riusciva a fargli domande, le sembrava un sogno essere lontana da quelle bestie che la avrebbero mandata solo a morire, appena tornata a casa.
''Se non le dispiace, io direi di attraversare il confine, per seminarli del tutto. In questo momento ci stanno ancora cercando, sarà meglio sbrigarci.''
Con un passo preciso e forte, il cavallo riniziò a correre, verso un'altra vita.

Violet.